1) Assumere un tono di voce rassicurante ma deciso
L’ansia può essere contagiosa, per cui è necessario non farsi prendere a nostra volta dal panico. Occorre mantenere la calma, parlare con tranquillità ma decisione. Evitare di afferrare la persona o bloccarla. Non lasciare mai la persona da sola, anche se ci sentiamo inutili, poiché rimanere solo durante un attacco di panico renderebbe l’esperienza ancora più traumatica. Tenere presente che spesso chi sperimenta un attacco di panico, soprattutto le prime volte, è convinto di essere in pericolo di vita.
- 2) Non minimizzare la situazione
Frasi come : “non c’è nulla da cui preoccuparsi”. “Stai esagerando” vanno bandite. Anche se non comprendiamo il motivo dell’angoscia che pervade la persona, negarla non la aiuterà. Occorre invece cercare di starle accanto e affrontare insieme l’attacco, tenendo a mente che la durata media di un attacco di panico non supera le 10 minuti.
- 3) Favorire il controllo della respirazione
Durante un attacco di panico, spesso si tende a modificare la respirazione. Molte persone iniziano ad effettuare respiri brevi e rapidi, rischiando di andare in iperventilazione, altre trattengono il respiro. Cosi facendo viene ridotto l’apporto di ossigeno, aumentando di conseguenza i battiti cardiaci. Possiamo cercare di aiutare a regolarizzare la respirazione in questo modo: chiedere di contare le inspirazioni e espirazioni (accompagnandolo ad alta voce). Suggerire di inspirare contando fino a due e espirare contando fino a 2 e aumentare la durata dei respiri fino a 4 e poi a 6. Proseguire finché la respirazione non si regolarizza.
- 4) Aiutare a spostare l’attenzione
Proporre alla persona di effettuare un’azione concreta, per esempio un movimento fisico: sollevare e abbassare le braccia o un esercizio di tipo cognitivo: effettuare un calcolo mentale o cercare di ricordare cosa il pasto consumato due giorni prima a cena. Potrebbe sembrare incongruo in un momento del genere, ma in realtà si tratta di un modo di focalizzare il cervello su un compito concreto, che permette alla persona di ancorarsi al reale. Quando si è in preda ad un attacco di panico, c’è una perdita di contatto con il mondo esterno. La persona attiva il proprio istinto di sopravvivenza dove le uniche risposte sono lottare, scappare o paralizzarsi. Aiutare la persona a tornare ad un livello razionale, le consente di rifocalizzarsi sul qui ed ora e ritrovare la calma.
- 5) Non mettere sotto pressione
Non insistere per farsi spiegare i motivi dell’attacco, aumenterebbe soltanto la confusione già in essere. Può anche succedere che la persona in preda al panico si rivolga in modo scortese e irascibile, e provi ad allontanare chi cerca di aiutarla. Rimanere comprensivi senza pero lasciarla sola.
- 6) Suggerire di chiedere l’aiuto di uno specialista
Una volta superata la fase critica, aiutare la persona a prendere in considerazione l’aiuto di uno specialista, proponendo eventualmente di cercarlo insieme. Portare la propria esperienza o quella di un conoscente che è stato nella stessa situazione e l’ha risolta è un ottimo modo di motivare ad attivarsi in questa direzione.